mercoledì 2 aprile 2014

COMUNICATO STAMPA del Coordinamento dei Comitati Rifiuti-Energia del Lazio

 
COMUNICATO STAMPA del Coordinamento dei Comitati Rifiuti-Energia del Lazio

I Comitati del Lazio - che si battono da tempo contro le devastazioni ambientali derivanti da una gestione permissiva e corrotta dei territori a scopo unico di profitto di lobby “storiche” e di lobby emergenti - hanno consolidato, da un paio di anni, in un Coordinamento regionale obiettivi e forme di lotta, trovando un “denominatore comune”, pur mantenendo le proprie specificità sul terreno di competenza e di esperienza, per rispondere unitariamente ai numerosi tentativi da parte della Pubblica Amministrazione (Governo centrale e Regione Lazio soprattutto) di mettere a disposizione di affaristi senza scrupoli i nostri territori.

Infatti, col famigerato “Decreto Clini” (febbraio 2013) sui CSS da rifiuti, considerati materiali da bruciare nei forni dei cementifici; con la riproposizione del vecchio schema di Piano rifiuti regionale basato su discariche, impianti TMB e inceneritori, presentato dalla Confservizi lo scorso 13 dicembre e “rivendicato” dall'assessore regionale all'Ambiente, Michele Civita, nel Consiglio regionale del Lazio il 22 gennaio 2014; con la nuova legge, detta “Destinazione Italia”, che contiene, all'art. 4, una vera e propria sanatoria per chi ha inquinato suolo, aria ed acqua ed un sostegno alla bonifica col denaro pubblico, bonifica che dovrebbe invece essere integralmente a spese di chi ha causato il danno ambientale; con le autorizzazioni a raffica di impianti a biogas/biometano, incentivati col denaro pubblico; con tutto ciò si intende proporre nocività di massa sui territori e, nel contempo, affari per le aziende private.
Il tramonto del “sistema Cerroni”, accelerato dagli arresti del 9 gennaio scorso che hanno rivelato a tutti il nesso perverso e corrotto tra i dirigenti regionali e il lobbista dei rifiuti (cosa risaputa da anni ed all'evidenza di tutti i Comitati territoriali), ha invece reso evidente l'emergere di una nuova “cordata” lobbistica legata agli impianti a biogas/biometano. Infatti, a Roma, il sindaco Marino, coadiuvato da AMA ed ACEA, ha già sponsorizzato le nuove metodologie, seppure antitetiche rispetto alla raccolta differenziata spinta. Ed in effetti, tra il 2011 ed il 2013, in perfetta continuità tra tre differenti Governi nazionali, sono stati emessi diversi Decreti legislativi che assimilano la produzione di biogas e biometano alle fonti rinnovabili, elargendo incentivi pubblici per bruciare biomassa (anche da rifiuti).
L'Amministrazione regionale, nel passaggio di sponsor economico (dal Gruppo Cerroni accusato di “associazione a delinquere” alle “nuove” metodologie di incenerimento di rifiuti a “scopo di produzione neolobbistica d'energia incentivata”), vive un momento di estrema confusione e ne fanno fede il continuo cambio di data per la presentazione di un nuovo Piano rifiuti ed il dibattersi tra un sito ed un altro per allocare i soliti nocivi impianti (TMB, inceneritori, discariche al servizio della Capitale).
Le alternative al disastro programmato da amministratori collusi e lontani dagli interessi dei cittadini ci sono. Per conoscerle:
INCONTRO PUBBLICO CON I COMITATI DEL LAZIO PRESSO IL DIPARTIMENTO DI FISICA (VEF) DE LA SAPIENZA IL 4 APRILE ALLE ORE 16:30
in previsione delPRESIDIO DEI COMITATI DEL LAZIO DA TENERSI PRESSO LA REGIONE LAZIO (VIA ROSA RAIMONDI GARIBALDI) L'11 APRILE PROSSIMO ALLE ORE 10:30
Per difendere i vari territori sotto minaccia di continuo o nuovo disastro ambientale, i Comitati Rifiuti-Energia del Lazio si battono:
Per la redazione di un nuovo Piano regionale dei rifiuti che rispetti il loro ciclo naturale e per il recupero totale di materia, che contempli la chiusura degli impianti di discarica, degli inceneritori, dei TMB ed il ricorso alla riduzione, al riuso, alla raccolta differenziata spinta, al riciclo dei rifiuti ed al compostaggio di qualità come recupero di materia, con tariffe puntuali per le utenze, utilizzando da subito i finanziamenti regionali.
Per la redazione di nuovi Piani regionali con le linee guida per le installazioni di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che tengano conto prioritariamente del rispetto del paesaggio, dell'ambiente, della biodiversità, della salute e delle culture locali, nonché delle volontà delle popolazioni dei vari territori. Per l'applicazione del principio di precauzione. La vertenza è particolarmente sentita nei territori, abbandonati ad un “far west” in cui gli impianti sono allocati laddove c'è meno resistenza e mancanza di Regolamenti comunali.
Per la lotta alle “biotruffe” ed alla proliferazione degli impianti a biomassa-biogas, anche attraverso la cancellazione degli incentivi pubblici agli impianti che producono biogas ed energia elettrica da biomassa (Decreto del 6 luglio 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico) o una moratoria delle autorizzazioni. Parallelo è il rifiuto della digestione anaerobica e della combustione di biomasse, rifiuti e assimilati comunque mascherati (CSS e CDR), causa di produzione di effetti tossici e di nanopolveri. La vertenza è sicuramente di valenza nazionale, ma regionalmente è possibile pretendere una moratoria dall'Assessorato regionale all'Ambiente e da quello alla Salute.
Per la cancellazione del famigerato “Decreto Clini” (Dlgs 22 del 14 febbraio 2013) sui CSS nei cementifici, a causa dell'effetto nocivo e tossico della pratica dell'incenerimento sull'ambiente e sulla salute. Tale vertenza, di rilievo nazionale, è particolarmente importante nei siti di Colleferro e Guidonia - i più esposti - e si può pensare ad un intervento regionale (Ambiente, Sviluppo industriale, Salute, Rifiuti) di tutela precauzionale delle popolazioni, con una moratoria sull'intero territorio del Lazio.
Per rendere obbligatorio, prima della realizzazione di qualsiasi tipo di impiantistica comunque connessa ai rifiuti e alla produzione energetica uno studio delle matrici ambientali che tenga conto della somma degli inquinamenti presenti nel territorio
Per la possibilità di partecipazione – all'interno delle Conferenze dei Servizi indette per le autorizzazioni ad impianti e le redazioni di Piani comunali, provinciali e regionali – garantita ai gruppi accreditati di cittadini (comitati e associazioni) e per la trasparenza totale e l'accesso agli atti pubblici concernenti autorizzazioni ambientali. Anche se questo punto è già teoricamente tutelato da leggi nazionali e regionali e dalla Convenzione di Aalborg (recepita dal Parlamento italiano sotto forma di “Agenda 21”) è completamente disatteso e dovrebbe essere continuativamente posto come passaggio obbligatorio e necessario in tutti i gradi vertenziali (comunale, provinciale, regionale).
I Comitati Rifiuti-Energia del Lazio nell'immediato chiedono:
1. Revoca AIA 2009 relativa all'inceneritore di Albano e all'ampliamento della discarica di Roncigliano; revoca delle autorizzazioni dell'inceneritore di Malagrotta fermo dall'ottobre 2011; chiusura definitiva e bonifica del sito medesimo; rinuncia definitiva all'invaso di Monti dell'Ortaccio (tutto ciò alla luce del peggioramento delle condizioni ambientali dei territori, nonché della pluralità di procedimenti giudiziari riguardanti i titolari dei progetti, gli autorizzatori ed i controllori); bonifica della Valle Galeria dove, considerata la classificazione di zona a rischio di incidente rilevante cd Seveso 2, alcun altro impianto deve essere realizzato; bonifica dell'area inquinata della discarica dell'Inviolata di Guidonia (come rilevato dalle indagini ARPA Lazio e secondo il principio “chi inquina, paga”); rinuncia alla costruzione dell'impianto TMB all'Inviolata di Guidonia (perché illegittimo oltre che nocivo ed inutile); no agli ampliamenti delle discariche già esaurite o in via di esaurimento (Bracciano, Albano, Guidonia); no a nuove autorizzazioni per impianti TMB (Bracciano, Colleferro).
2. Scelta esclusiva della digestione aerobica per il trattamento dell'umido.
3. Spostamento dell'impianto di compostaggio AMA di Maccarese dall'area attuale sita in piena Riserva Naturale Statale del Litorale e cessazione del suo utilizzo quale centro di trasferenza di circa 360 t/giorno dei rifiuti organici della capitale per salvaguardare finalmente le caratteristiche agricole e paesistiche dei luoghi.
4. Rispetto del criterio per cui ogni comune o associazioni di comuni in caso di piccole dimensioni siano messi in grado di gestire in proprio l'umido prodotto.
5. Una moratoria sul territorio laziale delle centrali a biogas/biomassa o, in alternativa, il fatto che tutte passino per una Conferenza dei servizi con la partecipazione dei comitati territoriali.

PASSAGGI IMPORTANTI NEL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTI OBIETTIVI DI LOTTA SONO L'INFORMAZIONE E LA CONTROINFORMAZIONE SUL TERRITORIO, LE DIFFERENTI, COSTANTI E NUMEROSE MOBILITAZIONI NELLE ZONE “CALDE” E “SOTTO ASSEDIO” (DA BRACCIANO AD ALBANO, DA GUIDONIA A MALAGROTTA, ECC.).
Coordinamento Rifiuti-Energia del Lazio

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