In America il sasso su
cui sedeva il famoso capo indiano “Toro Seduto” attrae circa
10.000 turisti l’anno generando un indotto che ha consentito al
paese di sviluppare una economia di tutto rispetto.
Ma siamo in Italia, e
noi, in un paese a forte vocazione agricola, con forte potenzialità
turistica ed una ineguagliabile matrice storica, continuiamo a
consumare e distruggere il territorio realizzando discutibili opere
di interesse pubblico che rischiano di danneggiare o addirittura
cancellare per sempre la vocazione e potenzialità del nostro
territorio.
Era il 2010 quando a
San Cesareo, nelle operazioni di sondaggio realizzate su uno dei sei
ettari destinati allo sviluppo di un progetto edilizio, vengono
portati alla luce i resti di quella che verrà poi identificata coma
“La Villa di Cesare e Massenzio”; una scoperta archeologica,
nell’area, seconda solo a Villa Adriana - già patrimonio
dell’UNESCO.
In qualsiasi altre
parte del mondo, i politici e gli imprenditori locali avrebbero fatto
a gara per sviluppare un progetto di recupero e valorizzazione di
quello che sarebbe stato immediatamente riconosciuto come un
patrimonio da proteggere e valorizzare.
Invece, da allora si è
lavorato per verificare come aggirare “l’ostacolo” e
valorizzare non tanto l’area archeologica attraverso la
realizzazione di un vero e proprio parco quanto, al contrario,
valorizzare la chiesa e gli immobili in progetto senza tenere in
alcun modo delle numerose interrogazioni e proposte fatte dai
Cittadini.
Eppure sono molte le
Università Internazionali pronte ad organizzare gratuitamente
campagne di scavi per capire l’entità e la vastità di questa
antica ed importantissima Villa. Invece, l’unica preoccupante
attività di scavo sembra proseguire protette dalle barriere visive
erette ai confini del cantiere.
Cosa fanno le ruspe su
un terreno di presunta rilevanza archeologica?
Cosa ha fatto
l’Amministrazione per verificare la consistenza e possibile
valorizzazione di questo antico impianto edilizio?
Cosa ha fatto per
salvaguardare i beni rinvenuti?
Cosa ha fatto dal 2011
ad oggi per informare i cittadini di tale scoperta e mobilitare la
cittadinanza intorno ad un possibile sviluppo economico dell’area?
Fermiamo la
speculazione edilizia in atto a Colle del Noce (La Petrara) che vede
i resti della Villa di Cesare e Massenzio relegata ad elemento di
abbellimento di un complesso residenziale e di una chiesa che possono
sicuramente trovare collocazione presso altra sede.
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