martedì 17 settembre 2013

Norme sulla trasparenza(?)



Molti cittadini non sono purtroppo affatto informati sulla normativa relativa alla trasparenza e all’accesso agli atti, rimanendo di fatto all’oscuro sui propri diritti e indifesi nei confronti degli abusi della Pubblica Amministrazione.  Non è comunque facile districarsi in quello che è un vero e proprio ginepraio da “Azzeccagarbugli”.


Il decreto legislativo 33/2013 è un provvedimento molto importante, che integra soprattutto la legge 241/90 e le sue successive modificazioni, dando teoricamente nuovi poteri al singolo e precisando anche termini più severi per il rispetto dei tempi e di un diritto sancito dal nostro sistema democratico e di conseguenza dalla Costituzione.

Quello che però ci chiediamo è quanta applicazione esso abbia effettivamente nella pratica, considerata anche la scarsa vocazione alla trasparenza degli enti locali del nostro territorio e non solo del nostro; quali sanzioni siano di fatto previste, aldilà delle buone intenzioni e, soprattutto, senza dover ricorrere per forza alla magistratura competente, che con i suoi tempi biblici, scoraggia il singolo cittadino di nuovo solo, in una sorta di estensione dell’universo kafkiano. 
Queste nostre perplessità si rafforzano ulteriormente, visto che spesso la figura del Difensore Civico (laddove egli è stato nominato) resta avvolta in una nebbia, tutt’altro che trasparente e autonoma, considerato anche che la sua designazione avviene di norma da parte della rappresentanza politica istituzionale (comunale, provinciale e regionale).

Il nostro è un Paese con una spiccata vocazione al legiferare. E’ una tradizione che può essere tranquillamente definita “millenaria”. Ma la mancata applicazione delle norme e la conseguente tendenza alla irrefrenabile proliferazione delle stesse, ci conduce automaticamente alla quasi totale assenza del rispetto dei diritti.

Crediamo però che la pubblicazione da parte nostra dell’ultimo decreto e i riferimenti alle altre norme, possano in qualche modo essere di ausilio, rendendo un servizio che dovrebbe essere punto prioritario dello Stato e delle varie Amministrazioni pubbliche.

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